giovedì 5 settembre 2013

L’era dei megalibri – Torna il Tarzan di Harold Foster - 2



Vertumno ha commentato il post precedente con alcune importanti considerazioni, che mi sembra opportuno riportare in un'appendice alla mia recensione del volume appena uscito per i tipi della Dark Horse,  Edgar Rice Burroughs' Tarzan: The Sunday Comics 1931-1933:

(...) al primo esame le domenicali hanno suscitato una leggera, inesplicabile delusione. Dopo un attimo di riflessione, ho capito che tale impressione scaturiva forse da un errore di "ingenuità" che la DH ha commesso a quanto pare anche nella ristampa del Conan della Marvel: il rapporto fra carta e colore. Queste magnifiche pagine e i loro colori retinati erano stati pensati per la carta di bassa qualità dei quotidiani, assorbente e non bianchissima. Ansiosi di offrire la massima qualità agli appassionati, gli editor della DH hanno deciso di utilizzare per questa edizione una patinata bianchissima, che poco ha a che vedere con il supporto originale di queste Sunday pages. Il risultato è un contrasto eccessivo (a mio parere) fra il bianco degli sfondi e i colori. E perfino un leggero "raffreddamento" di questi ultimi, per effetto del bianco abbagliante sui retini. Una percezione che è moltiplicata dal confronto con il color crema della vergatina non patinata utilizzata per l'introduzione e per le pagine di introduzione dei capitoli. (...)

Vertumno ha perfettamente ragione, a mio parere. La "pecca" più grossa del volume DH (che, confermo, resta un "must have") è senz'altro costituito dalla carta. Personalmente non avrei scelto quella usata per l'introduzione e i frontespizi dei vari "capitoli", perché colorata e troppo lavorata, ma certo sarebbe stata assai preferibile una carta opaca e non lucida. Intendiamoci, non sono affatto un fan della carta "anticata" e del restauro che lascia intatto l'ingiallimento delle vecchie pagine dei giornali: anzi, credo che un restauro digitale in grado di approssimare l'aspetto delle "patinate" (le proofs) distribuite dai syndicates, sia opportuno. Ma ci deve essere un ragionevole equilibrio: l'ideale, a mio avviso, è quanto è stato fatto dalla IDW per Flash Gordon o dalla Fantagraphics per Capt. Easy.

Mi sono ricordato di possedere una clipping di Tarzan del 1934. Purtroppo non è del periodo ripubblicato dalla DH nel volume di cui stiamo discutendo, mi auguro di poter fare un confronto col prossimo. Però credo che una (brutta) fotografia, visto che lo scanner non mi assiste, appena ritoccata per togliere la cupa dominante marrone, renda l’idea di come appare l' “originale” di una Sunday degli anni Trenta (NON di una proof, o patinata):


 

Qualche singola vignetta, un po’ più risoluta:




Ma probabilmente, il senso di leggero disagio provato a prima vista da Vertumno sfogliando il volume DH, è causato anche da un altro problema: come ho detto nel precedente post, il restauro delle scansioni di Foster, per questa edizione, è stato piuttosto spinto, anche se non certo ai rovinosi livelli di certe edizioni recenti di altre serie classiche americane, come quella segnalata qui. Cercare a ogni costo di togliere i segni del tempo dalle clippings, specie quando si usano pagine non in perfette condizioni, causa la perdita di alcuni dei tratti più sottili del disegno, con un risultato che dà alla pagina un senso non ben definibile di artificiosità. Ancora più lodi, quindi, si meritano i maghi della Library of American Comics (IDW), Bruce Canwell e soci. Vi invito a seguire il loro blog e anche questo forum. Alla prossima.

1 commento:

  1. Grazie per l'articolata, competente e appassionata risposta! E sono d'accordo: questo volume è un "must have". Le riedizioni in gran formato sono un po' i Blu-ray dei fumetti. Un tentativo di restituire le primitive condizioni di fruizione (anche se non c'è la radio che trasmette l'ultima puntata di The Shadow o l'orchestra di Benny Goodman). :-) Come in questa illustrazione.....
    http://wulibraries.typepad.com/.a/6a00d8341ce04153ef017616908e32970c-pi

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